Prima dei gialli che lo hanno consegnato al culto, all’inizio degli anni Settanta Antonio Bido era un giovane e promettente cineasta sperimentale che si affacciava sulla scena dei festival di... Leggi tutto
Prima dei gialli che lo hanno consegnato al culto, all’inizio degli anni Settanta Antonio Bido era un giovane e promettente cineasta sperimentale che si affacciava sulla scena dei festival di settore con piglio anti-strutturalista grazie all’appoggio del Cineclub FEDIC di Padova, sua città natale. I lavori d’esordio, qui presentati per la prima volta in un’edizione home video da collezione, avevano riscosso unanimi consensi presso la storica kermesse di Montecatini e sulle riviste – tra cui «film critica» e «Cinema Ridotto» – che più di altre si occupavano di quella fucina d’autorialità. Con Dimensioni e Alieno da, Bido era considerato il nome su cui puntare per un ritorno dell’avanguardismo sulla ribalta nazionale. Riviste oggi, quelle opere restano vive testimonianze di un talento e una visione del mezzo espressivo con pochi eguali.