È considerato ancora oggi “il film più terrificante di tutti i tempi”. L’Esorcista (1973), pellicola diretta da William Friedkin e basata sul romanzo di William Peter Blatty, a distanza di... Leggi tutto
È considerato ancora oggi “il film più terrificante di tutti i tempi”. L’Esorcista (1973), pellicola diretta da William Friedkin e basata sul romanzo di William Peter Blatty, a distanza di oltre mezzo secolo è ancora in grado di terrorizzare il pubblico proprio come una volta. Perché? Cosa si cela dietro il volto e il dramma della piccola Regan? Questo volume prende in analisi l’intera saga, dal capostipite all’omonima serie TV sino a Believer.
«Ma perché L’Esorcista continua ad essere ricordato da tutti, e non solo dai fan del genere? Perché nel tempo ha avuto più successo di film appartenenti allo stesso filone dell’orrore satanico come Rosemary’s Baby di Roman Polanski o Il Presagio di Richard Donner? La risposta, a mio avviso, è duplice: nel film da una parte viene visualizzata la sfida eterna tra il Bene e il Male, simbolizzata dal suggestivo prologo ambientato in Iraq e sublimata con l’immagine di padre Merrin davanti alla statua della malefica divinità. In questa immagine c’è tutto il senso del film. Dall’altra parte c’è una ragione più profonda e meno evidente, che consiste nei personaggi di padre Karras, che rappresenta la fede smarrita, e padre Merrin, che incarna invece la fede portata alle estreme conseguenze, anche a costo della propria vita. Non è un caso che siano proprio i medici che si sono, invano, presi cura di Regan a consigliare alla disperata madre di rivolgersi a un esorcista, a significare l’arrendersi della scienza di fronte ai misteri dell’inconscio. Al di là delle volontà dei suoi realizzatori Friedkin e Blatty, L’Esorcista è un film che è andato oltre l’horror e, pur ricorrendo alle atmosfere e ai trucchi del genere, in realtà parla dell’anima e di quello che vi si cela. Parla di noi».
(Antonio Tentori – Dalla Prefazione)